The melodies of Neapolitan songs are universally noted and well recognized.
It is thanks to the music, the words and often thanks to the perfect fusion between them both that these commemorations and descriptions of Naples have always had such success:
The lyrics are understood and well known by many, but the places that the songs describe are not always known by everyone. For example places like “N’frascata” ”La torretta”, “Il Chiatamone” and “Via Toledo” are immerse in modern time’s fast moving metropolitan chaotic traffic and have lost their poetic and musical significance for the which they have been recognized for centuries.
The idea of Coelmo’s 2013 calender edition is to identify all of these places, the words and the melodies of these Neapolitan songs.
Marechiaro
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Uno dei classici più amati e cantati a Napoli, la cui melodia e' diventata celebre in tutto il mondo. Una curiosità, l'autore Salvatore Di Giacomo, che ne scrisse i versi, non conosceva il luogo della famosa "fenestella", avendolo solo immaginato.
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Pusilleco addiruso
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
La canzone è la descrizione, insieme nostalgica e gioiosa, di un celebre quartiere napoletano che fa da cornice alla storia d'amore di un fioraio. L’autore del testo Ernesto Murolo diceva spesso "…come può, uno che vive a Napoli, essere triste" ?
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S.Lucia
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Canto a ritmo di "barcarola" di un marinaio che invita a fare un giro sulla sua barca per ammirare dal mare il pittoresco rione di S.Lucia e godere il fresco della sera. Tradotta in italiano ed in molte altre lingue, la canzone e' diventata un celebre inno alla luce nei paesi scandinavi.
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E allora
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
La canzone racconta di un singolare viaggio in tram, dal centro di Napoli fino alla collina di Posillipo, e delle peripezie di un giovane ammaliato dalle grazie di una signora milanese che, forse, non ha altro scopo se non quello di farsi pagare i suoi conti in cambio…
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Io mammeta e tu
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Spassoso racconto di due promessi sposi che non riescono a stare da soli ed in pace, per la costante ed invadente presenza di suocera, parenti ed amici..
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S.Lucia luntana
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Dedicata ai tanti emigranti di inizio secolo scorso, la canzone si ispira ai sentimenti che questi provavano man mano che la nave si allontanava dalla terra ferma e dalla vista del borgo di S.Lucia. Per tanti anni la canzone è stata l’inno delle comunità di emigrati napoletani nel mondo.
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Funiculì Funiculà
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Il testo si ispira all'inaugurazione della prima funicolare del Vesuvio costruita nel 1879 per raggiungere la cima del vulcano.
La canzone, con un ritmo allegro e spensierato, si rivolge ai turisti che con il nuovo mezzo di trasporto e senza sforzi avrebbero potuto raggiungere la cima ed ammirare il meraviglioso panorama del Golfo di Napoli.
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Reginella
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Canto dolce e malinconico di un incontro tanto casuale, quanto toccante.
Un giovane rivede, dopo anni, la donna che non ha mai dimenticato, in abiti nuovi, in compagnia e con un accento vezzosamente francese e ricorda il periodo vissuto insieme, intensamente semplice.
Struggente è il ritornello "… ora che non ci amiamo più, tu distrattamente pensi a me?....".
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Dove sta Zazà
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Alla festa di San Gennaro, due innamorati, Isaia e Zazà, si perdono di vista. Isaia cerca disperatamente Zazà fino a rassegnarsi a non verderla mai più. Ma il dubbio si insinua nella mente del giovane amante, fino a credere che la donna sia scomparsa di proposito.
Ma la vendetta è già pronta: Isaia attenderà fino all’anno successivo per sedurre la sorella di Zazà durante la stessa festa che vide l’amata scomparire.
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Simme ‘e Napule paisà
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Felice rappresentazione del dopoguerra a Napoli, con un testo di continuo alternarsi di tristezza e di gioia. Scritta nel 1944 rappresenta il fervido desiderio dei napoletani di rimuovere dalla memoria le brutture della seconda guerra mondiale. Protagonisti una coppia che decide di uscire da casa con abiti di festa e fare un giro in carrozzella : e' la ripartenza.
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Munastero ‘e Santa Chiara
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Il brano si ispira alla vicenda bellica dell’agosto 1943 quando una serie di bombe lanciate dagli aerei causò gravi danni alla Chiesa di Santa Chiara.
La canzone testimonia i sentimenti di sgomento del popolo napoletano di fronte alla distruzione del simbolo della fede e della storia di Napoli.
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Guapparia
(Wort, Musik - S. Di Giacomo, F. P. Tosi, 1886.)
Canzone così detta di "giacca" in cui il tema riguarda la figura del guappo che si presenta sempre elegante in giacca e cravatta. La serenata è “ntussecosa assaie” non per contrasto amoroso ma per la caduta di stile che non si confà ad un uomo di onore quale e' il protagonista ridotto a mostrare la propria debolezza d ‘innamorato cantando una serenata ed implorando amore.
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